Giuseppe Pirozzi, Palazzo Dei Principi Albertini Di Cimitile, Napoli 15^Giornata del Contemporaneo Amaci 12 ottobre 2019, Una visita alla scoperta della millenaria arte della scultura.


 Ph.Massimo Nardi - Letizia Gatti
















 Giuseppe e Francesca Pirozzi



Giuseppe Pirozzi, Palazzo Dei Principi Albertini Di Cimitile, Napoli 15^Giornata del Contemporaneo Amaci 12 ottobre 2019, Una visita alla scoperta della millenaria arte della scultura. Un affascinante viaggio culturale, estetico e sensoriale per comprendere come l’idea dell’artista diviene materia viva nello spazio, attraverso un complicato e sapiente processo di azioni e trasformazioni . Un incontro con un protagonista della scena artistica contemporanea per conoscere e comprendere la sua poetica e il suo modo di intendere l'arte e la vita. 




Note Biografiche fonte sito ufficiale dell'artista
«Lo stream of consciousness è lo scorrere costante dei pensieri, l’accavallarsi di immagini e sensazioni, che possono essere diverse e anche contrastanti, il frantumarsi e riprendere, il convivere di ricordi e attese in un unico percorso mentale che coincide con quello della vita. Si ripensa a questo guardando l’insieme dell’opera di Giuseppe Pirozzi, che, pur attraversando molteplici variazioni, negli ultimi decenni svolge un unico ampio discorso, che si interrompe e si annoda muovendo nel tempo e nello spazio col passare dall’una all’altra scultura». Con queste parole Marina De Stasio pone in evidenza quel carattere di magmatica, metamorfica e apparentemente caotica progressione e allo stesso tempo di coerente e conforme continuità che rappresenta un tratto tipico del lungo percorso di ricerca attraverso la scultura condotto da Giuseppe Pirozzi dalla metà degli anni Cinquanta ad oggi.
Giuseppe Pirozzi nasce a Casalnuovo di Napoli nel 1934. La sua futura attività artistica è annunciata precocemente da una spiccata sensibilità estetica che si esprime nell’osservazione e nella spontanea restituzione grafica e scultoria degli aspetti più intimi e poetici dell’ambiente naturale e domestico. Dopo gli studi al Liceo Artistico di Napoli, dove ha come maestro e mentore lo scultore Antonio Venditti, frequenta il Corso di Scultura all’Accademia di Belle Arti di Napoli (1954-58) di Alessandro Monteleone e poi di Emilio Greco. Ha modo così di acquisire una piena consapevolezza nell’arte scultoria che gli consente di spaziare tra diverse tecniche e materiali e di affrontare la realizzazione delle prime sculture in bronzo, suo medium d’elezione. Le sue opere di grafica e scultura, segnate in questi primi anni da una personale impronta figurativa, partecipano, già a partire dal 1954, a rassegne locali e nazionali, conseguendo incoraggianti apprezzamenti – Premio Olivetti (premiato), Premio Gemito (premiato), Premio Spoleto, Premio Ministero Pubblica Istruzione (premiato), Biennale d’Arte Sacra di Milano – e il suo lavoro conquista l’interesse di critici come C. Barbieri, B. Mottola, P. Ricci, A. Schettini, A. Miele, C. Lorenzetti, P. Girace, M. Venturoli, M. Stefanile. Nell’ambito della mostra riservata agli allievi delle Accademie di Belle Arti, tenutasi alla Promotrice di Belle Arti di Torino nel 1957, riceve un attestato di stima e d’incoraggiamento per l’opera Figura seduta dallo scrittore partigiano Beppe Fenoglio.
Subito dopo il diploma all’Accademia principia l’attività didattica all’Istituto d’Arte di Isernia, poi al Liceo Artistico di Napoli e, dal 1964, all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove, dal 1981 al 2001, è titolare della cattedra di Plastica Ornamentale.  
Tra il 1961 e il 1965, sulla scorta dell’imperante tendenza informale, sperimenta nuovi materiali come il cemento, l’amianto e il piombo, e si allontana dalla rappresentazione figurativa per privilegiare l’indagine sulla materia. Realizza alcune grandi plastiche ornamentali per l’architettura civile, religiosa e funeraria. Espone le sue sculture anche ai Premi Marche, Termoli, Spoleto, Avezzano, Piccola Europa di Sassoferrato (premiato), alla Biennale d’Arte Sacra di Milano e a quella del Fiorino di Firenze, al Concorso Internazionale del Bronzetto di Padova, alla Mostra Internazionale di Scultura di Carrara, alla Biennale d’Arte Sacra di Bologna, alla mostra 10 Nuovi Scultori Italiani di Lissone a cura di L. Caramel, alla Quadriennale di Roma e tiene inoltre le sue prime personali a Firenze, Macerata e Messina. Scrivono di lui anche E. Crispolti, G. Appella, L. Vergine, D. Morosini, S. Monowicz, G. Benignetti, G. Sciortino, F. Pentini, A. Tafiera, A. Del Guercio, L. Caramel.
A partire dalla seconda metà degli anni Sessanta recupera al proprio linguaggio sembianze figurali d’intensa espressività. Espone disegni e sculture in mostre personali a Bologna, Roma, Matera, Cagliari e nelle Antille Olandesi ed è invitato a partecipare a grandi collettive, come IX Quadriennale Nazionale d’Arte (Roma), 6 Scultori Napoletani (Roma), III e IV Concorso Nazionale di Scultura Francesca da Rimini (premiato), XVI e XIX Premio del Fiorino (premiato), XII Premio Ramazzotti, Premio Lissone, Concorso Internazionale del Bronzetto di Padova, Alternative attuali 3 (L’Aquila) a cura di E. Crispolti, Premio Piccola Europa di Sassoferrato (premiato), Napoli Situazione 75 (Marigliano) a cura di E. Crispolti. Si interessano al suo lavoro anche C. Savonuzzi, V. Guzzi, L. Lambertini, F. Menna, D. Micacchi, R. Margonari, A. Monzambani, G. Giuffrè, M. Valsecchi, L. Vinca Masini, G. Di Genova, V. Rubiu, L. Carluccio, G. Mascherpa, E. Cassa Salvi, E. Crispolti.
Dalla fine degli anni Sessanta e all’inizio dei Settanta nascono i cicli scultorii dei Contenitori, nei quali la dialettica ombra-luce è espressa dall’accostamento di una materia informale e grumosa a volumi e piani di geometrica purezza, e delle Germinazioni, che rimandano a prefigurazioni fitomorfe. I medesimi temi sono sviluppati anche nella grafica, con atmosferiche superfici a spray e segni graffiti, come nelle opere realizzate in Costa d’Amalfi – dove esegue anche alcune ceramiche –, e in una serie di serigrafie, litografie e incisioni caratterizzate da sistemi di limpide riquadrature tra le quali si insinuano trite compagini di segni. L’acquisita padronanza nella modellazione in cera lo porta alla creazione di plastiche di piccolo formato e di “sculture da indossare” (gioielli) fuse in argento. La sua coeva produzione è presentata in mostre personali a Milano, Positano, Palo Alto, Los Angeles, Napoli, Brescia, Bruxelles e in un nutrito numero di rassegne in Italia e all’estero, tra cui Firenze (Biennale del Fiorino), Bologna (Scultura Italiana Contemporanea), Boston (Naples & its Region), Milano (XI Premio del Disegno e Biennale Nazionale d’Arte), Palermo (II Rassegna Nazionale del Sacro nell’Arte Contemporanea), Padova (Biennale Internazionale del Bronzetto). Gli manifestano la propria considerazione anche F. Vincitorio, L. Caramel, P. Bargellini, V. Scheiwiller, C. Ruju, M. Prisco, G. Grassi, L. Caruso.
Gli anni Ottanta iniziano con la personale alla Galleria La Bussola di Torino curata da L. Carluccio, alla quale seguono quelle di Napoli, Bari, Salon de Provence, Marsiglia, Brescia, Rimini e diverse collettive, tra l’altro a Ravenna (Biennale Internazionale del Bronzetto Dantesco), Amalfi (Confronto in Scultura) a cura di M. Bignardi, Roma (La scultura disegnata), Napoli (Arte oggi in Campania, Napoli Scultura, Biennale del Mare). A partire da opere come Psiche come testimonianza (1983), che richiama il capolavoro classico, comincia a inserire nel linguaggio plastico caratteri alfanumerici e a dialogare con le tracce dell’arte e della storia passate. Realizza interventi per l’architettura civile e religiosa (vetrata per la Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli a Cappella Cangiani e bassorilievi per la Chiesa SS. Maria del Buon Consiglio a Posillipo a Napoli) e opere monumentali per l’Hotel Quisisana di Capri, il Comune di Maddaloni (a Franco Imposimato), la Caserma Carabinieri di Casoria (a Carlo Alberto Dalla Chiesa), il Comune di Aiello del Sabato (ai Caduti), la Caserma Carabinieri di Palma di Montechiaro. Della sua attività scrivono tra gli altri R. Causa, A. Dragone, M. De Micheli, L.P. Finizio, A. Izzo, M. Penelope, M. Bignardi, A. Trimarco, C. Marabini, M. Maiorino.
Dal 1990 al 1999 si moltiplicano le opere pubbliche realizzate a seguito di concorsi nazionali: Comando Generale Guardia di Finanza di Roma, Comando Generale Carabinieri di Perugia, Nuova Casa Circondariale di Lecce, Caserma Carabinieri di Marano, Nuova Casa Circondariale di Rossano Calabro, Capitaneria di Porto di Palinuro. Espone i propri bronzi, connotati da preziose architetture dense di segni, cifre e frammenti figurali, in alcune personali a Bologna, Firenze, Pisa, Brescia, Treviso e Ravello e in svariate collettive, tra le quali Fuori dall’ombra a Napoli (1991), XXIII Premio Sulmona, Arte senza barriere a Torino (1997), Da Marsala a Marsala (1992), Premio Città di Torre del Greco (premiato) (1999). Nel 1996 è presentato da G. Di Genova alla Saletta Rossa della libreria Guida a Napoli nella rassegna Progetto Arte. 
Nel 2000 è insignito del titolo di Accademico Scultore dell’Accademia Nazionale di San Luca. Nel primo decennio del XXI secolo, in quanto vincitore di concorsi pubblici, realizza ancora interventi monumentali per la nuova Questura di Frosinone, il Centro Addestramento della Polizia di Stato a Roma, la nuova sede della Polizia Stradale di Policoro e il Comune di Portici. Dal 2000 tiene mostre personali a Milano, Napoli, Bruxelles, Ravello, Matera e Salerno e partecipa a numerosissime rassegne in Italia e all’estero (Tokio, New York, Lisbona, Hersbruck), tra cui: Napoli 1950-59 a Ferrara, LIV Biennale di Venezia a Pontecagnano Faiano, Biennale Internazionale di Scultura a Racconigi, LIMEN Arte a Vibo Valentia, Premio Vasto. La sua attività è commentata anche da E. Caroli, A. Tecce, S. Zuliani, U. Piscopo, V. Trione, A. Spinosa, M. Persico, C. Cerritelli, C.F. Carli, R. Mele e V. Corbi. Quest’ultimo ne cura l’antologica a Castel Nuovo a Napoli nel 2006 e la rispettiva monografia.
Dagli anni Dieci del secondo millennio privilegia come medium la terracotta, già sperimentata in passato. Realizza tra l’altro una serie di sculture frontali che espone nel 2011 nella monografica Oscilla e altri reperti al MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli), presentata da G. Appella e accompagnata dalla pubblicazione Giuseppe Pirozzi. Terrecotte 2005-2011. Nel 2012 realizza in terracotta l’opera ambientale Presepe Dono per il progetto di G. Appella Presepi d’Artista, che ne prevede l’esposizione itinerante (Matera, Roma, Aliano, Castronuovo, Faenza, Longiano) e la pubblicazione di un volume dedicato. Nel 2015 realizza la scultura commemorativa La Resilienza, a Francesca Mansi, per il Comune di Atrani. Nel 2013 principia l’opera seriale Preghiere, costituita da cento formelle di piccola dimensione in terracotta ingobbiata la cui creazione, alternandosi a quella di sculture di maggiore impegno e articolazione volumetrica, si estende ai successivi quattro anni ed è presentata alle personali Rudera. Sculture in terracotta 2007-2017 curata da E. Crispolti al Museo Novecento a Napoli nel 2017 e nelle successive alla Fondazione Tito Balestra di Longiano e alla Galleria del Carbone di Ferrara.
Attualmente vive e lavora a Napoli.


Massimo Nardi
Il Sito dell'Arte