Abitare e/è Viaggiare


L’Associazione Culturale ARTIEMIELE propone la mostra fotografica:
Abitare e/è Viaggiare di Mirella Caldarone e Luigi Ceci
a cura di Pio Meledandri
21 Maggio 2019 ore 18.30 Ex Palazzo delle Poste, P.zza Cesare Battisti, 1 Bari.
La mostra sarà visitabile fino al 31 maggio 2019 orari: da lunedì a venerdì 8:30/20:30 - Sabato 8:30/18:00 - domenica 8:30/16:30 INGRESSO LIBERO
Con il patrocinio del Comune di Bari.
Intervento musicale del maestro Alessandro Piraino
Recitazione di Francesca Balducci e Rino Di Bartolo
Testi di Mirella Caldarone
Intervengono:
Antonio Decaro Sindaco di Bari
Sergio Bisciglia docente di sociologia urbana – Politecnico di Bari
Pio Meledandri Presidente Associazione ARTIEMIELE
Nel mondo contemporaneo le trasformazioni dei territori sono rapide e a volte profonde: si tratta di una frenesia mutazionale in perfetta sincronia con l’uomo “globale” che per diletto o necessità abbandona un luogo per cercarne altri. Il viaggio assume così significati differenti da quelli del vecchio Grand Tour, che tra il ‘700 e l’800 era ritenuto il coronamento dell'educazione dei giovani rampolli della nobiltà o della borghesia emergente, e aveva dato propulsione alla "letteratura del viaggio".
Negli scatti di Luigi Ceci è evidente l’impatto con una città, Dubai, che ha nella sua “mission” la prerogativa di meravigliare il visitatore. L'abnorme consumo del suolo raggiunge livelli altissimi, estremamente distruttivi per l'’ecosistema, e anche per questo lo sguardo dell’autore non riesce ad identificarsi con gli scenari che gli si pongono davanti, così lontani dai paesaggi della sua memoria: Luigi Ceci registra con distacco le quinte di una scena che poi non cercherà più.
Al contrario lo sguardo insegue con trasporto la sua dimora tra gli alberi e le rocce dell’Altopiano del Pollino, a cavallo tra i confini di Basilicata e Calabria, e trova la dimensione dell’abitare nei luoghi osservati, dove è la natura a stabilire le gerarchie del paesaggio, con il quale si crea una comunicazione non soltanto visiva.
Mirella Caldarone scopre nel viaggio la metafora dell’esistenza. Il desiderio di esplorare ed osare diventa l’occasione per ritrovare se stessa; un pretesto per raccontare con le immagini, aprendosi generosamente agli altri, il perdersi nei silenzi di strade polverose tra le colline assolate, incrociando lo sguardo con quello intenso dei bambini, o lo stupore nel salutare donne dagli occhi tristi, ma dai sorrisi smaglianti, ritratte davanti alle loro abitazioni.
L’autrice fotografa fanciulle povere ma spensierate, coprendo uno spazio che va dall’Africa fino all’estremo oriente; passeggia sui selciati rischiarati dai brillanti cieli mediterranei di rumorose e vivaci città europee, dove lo sguardo indugia nell’osservare il ritmo sensuale di un appassionato flamenco, o viene incantato dalle luci di una giostra parigina.
Quella dei due autori è la rappresentazione visuale di una “dimensione dell’abitare” dinamica e precaria, un po’ come la nostra stessa esistenza nel mondo, dove a volte i confini tra gli Stati “si muovono” mandando in pensione gli atlanti, già vecchi dopo soltanto qualche anno di vita.
In questo modo i luoghi quotidiani, insieme a quelli di universi distanti che percepiamo come nostri, creano un legame interiore ed intimo, a difesa dall’aggressione del mondo esterno, così alienante e spersonalizzante. Le abitazioni del nostro “viaggio” rappresentano uno spazio libero, una zona franca tra il mondo interno e quello esterno, un utile strumento umano di liberazione del nostro io per dare a ognuno di noi un po’ di sollievo e il tempo necessario per decodificare i complessi messaggi del mondo contemporaneo.
Bari, maggio 2019 Pio Meledandri