Germano Celant morto per Coronavirus: si spegne la voce della storia dell’arte


Addio a Germano Celant: voce della storia dell'arte italiana e internazionale, coniò la definizione di Arte Povera. La notizia ci è stata confermata da fonti vicine alla famiglia
Germano Celant, tra i maggiori protagonisti dell’arte contemporanea italiana e del suo rinnovamento, voce seguitisima della critica internazionale, è morto oggi, 29 aprile, a 80 anni. Celant, che coniò il termine Arte Povera, si è spento a causa delle conseguenze del Covid-19, virus che aveva contratto recentemente, durante un viaggio di lavoro negli Stati Uniti. La notizia ci è stata confermata da fonti vicine alla famiglia. Si chiude così, in maniera drammatica, una grande epoca per l’arte contemporanea in Italia.
La biografia di Germano Celant
Nato a Genova nel 1940, Celant coniò nel 1967 la definizione di arte povera, per inquadrare un nutrito gruppo di artisti italiani, che comprendeva Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Giulio Paolini, Pino Pascali ed Emilio Prini, esposti nella mostra leggendaria alla Galleria La Bertesca di Genova. Successivamente precisò la direzione del gruppo, grazie a scritti come Conceptual Art, Arte Povera, Land Art del 1970. Nel 1977 iniziò a collaborare con il museo Guggenheim di New York, di cui diventò in seguito senior curator. Sempre al Guggenheim allestì nel 1994 la mostra “Italian Metamorphosis 1943-1968”, nel tentativo di avvicinare l’arte italiana alla cultura americana, un obiettivo costantemente ricercato da Celant, attraverso una serie di mostre dal forte taglio innovativo, tra il Centre Pompidou di Parigi, nel 1981, e Palazzo Grassi a Venezia, nel 1989. Nel 1997 viene nominato direttore della 47ª Biennale d’Arte di Venezia. exibart