MAKE IT NEW! Tomas Rajlich e l’arte astratta in Italia Genova, Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croceviene posticipata, aprirà al pubblico – in presenza - il 4 maggio (con anteprima stampa e vernice il 3), fino al 22 agosto
MAKE IT NEW!
Tomas Rajlich e l’arte astratta in Italia
Genova,
Museo
d’Arte Contemporanea di Villa Croce
4 maggio – 22 agosto 2021
Il Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce
dedica un’ampia retrospettiva a un grande
interprete internazionale dell’astrattismo (arte non oggettiva), l’artista ceco naturalizzato
olandese Tomas Rajlich, in dialogo con alcune
opere chiave della collezione museale (dall’astrattismo del secondo Dopoguerra alle ricerche percettiviste e preconcettuali degli
anni Sessanta, fino all’arte Optical e alla Nuova Pittura - Pittura analitica -
dagli anni Settanta e Ottanta).
La mostra, a cura di Cesare Biasini Selvaggi, accompagnata da un catalogo edito da Silvana
Editoriale con contributi di Flaminio
Gualdoni e Martin Dostál,
presenta attraverso oltre ottanta opere
una panoramica inedita del peculiare percorso artistico e della vitalità
espressi dalla pittura aniconica.
La mostra è prodotta
dal Comune di Genova e realizzata in collaborazione con ABC-ARTE, galleria
d’arte contemporanea di Genova.
La mostra
Dopo la grande
stagione astratta degli anni Trenta, all’apice del modernismo, negli anni
Sessanta e Settanta, gli artisti ne stressarono le qualità sia di forma che di
contenuto. Si può dibattere se l’enfasi di allora sul minimalismo, sulle
potenzialità del concettuale e sull’estetica della riduzione non abbia forse
provocato un allontanamento tra gli artisti e il loro pubblico. Però è altresì
chiaro che questa fase rappresentò non solo una necessità, ma anche un periodo
alla cui eredità (ancora oggi vitale) l’arte contemporanea torna a rivolgersi
senza soluzione di continuità. Non solo per un’esigenza di ricognizione
storico-critica, ma per la riscoperta sorprendente della sua efficacia, delle
sue qualità, della sua genialità concettuale e della sua espressività astratta.
Una vera e propria miniera di spunti e stimoli a cui attingere per condurre
anche oggi una ricerca attuale e vibrante.
E qui non siamo
lontani dal titolo della mostra MAKE IT
NEW!, ovvero un focus dall’approccio
originale sull’inesauribile carica innovativa della pittura aniconica, che
ha solcato il XX secolo fino ad approdare ai nostri giorni.
Il percorso
espositivo delle opere di Tomas Rajlich,
che documentano oltre mezzo secolo di ricerca, parte dagli esordi nella
scultura degli ultimi anni Sessanta, per concludersi con i suoi lavori più
recenti, con le loro variazioni
sull’intensità, la luminosità e la consistenza della pittura stessa, attraverso
sensibilissime texture di materia-colore.
Un avvicendarsi di lavori di sala in sala, a confronto e in
dialogo con una selezione di preziose opere appositamente allestite di maestri
italiani dell’astrattismo, provenienti in gran parte dalla collezione del Museo d’Arte
Contemporanea di Villa Croce: Getulio
Alviani, Rodolfo Aricò, Agostino Bonalumi, Enzo Cacciola, Antonio Calderara,
Nicola Carrino, Gianni Colombo, Pietro Consagra, Dadamaino, Piero Dorazio,
Lucio Fontana, Marco Gastini, Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri, Paolo Icaro,
Osvaldo Licini, Piero Manzoni, Fausto Melotti, Bruno Munari, Martino Oberto,
Claudio Olivieri, Arnaldo Pomodoro, Mauro Reggiani, Antonio Scaccabarozzi, Paolo Scheggi, Turi Simeti, Atanasio
Soldati, Giuseppe Uncini, Nanni Valentini, Claudio Verna, Gianfranco Zappettini.
Attende il visitatore una
successione di dipinti, disegni, sculture non convenzionale come la stessa estetica
dell’artista ceco. Il focus sulla ricerca
aniconica italiana è stato deciso dallo stesso Rajlich, in relazione agli spazi espositivi di
Villa Croce e a quegli artisti che, dagli anni Cinquanta, hanno lavorato
in modo più radicale sull’astrazione e sull’uso minimalista del colore.
Capiterà così al pubblico di imbattersi, tra gli altri, in lavori come Achrome (1958) di Piero Manzoni, Cementarmato (1960)
di Giuseppe Uncini, Uovo nero orizzontale (1961) di Lucio Fontana, Bianco (1967) di Agostino
Bonalumi, Tema II e 7 variazioni
(1969-70) di Fausto Melotti.
MAKE IT NEW! Tomas Rajlich e l’arte astratta in Italia
Sede: Museo d’Arte
Contemporanea di Villa Croce, via
Iacopo Ruffini 3, Genova
Apertura al pubblico: dal 22 aprile al 22 agosto 2021
Curatore:
Cesare Biasini Selvaggi
Catalogo: Silvana
Editoriale
Sponsor: ABC-ARTE, Galleria d’arte contemporanea - Genova
Sponsor tecnici: Boero Colori
Orari apertura: giovedì e venerdì:
dalle 15 alle 19
Biglietteria: biglietto intero: € 5; biglietto ridotto: € 3
(disabili, ultra 65 anni cittadini UE); ingresso gratuito: tutte le domeniche
riservato ai residenti del Comune di Genova, bambini e ragazzi fino a 18
anni non compiuti, accompagnatori disabili
È
consigliato l’acquisto online del biglietto sul circuito Ticketone (inserire
logo con link cliccabile) https://www.ticketone.it/artist/arte-contemporanea-villa-croce/
oppure
telefonando al numero +39 010 580069 (giovedì e venerdì, dalle 15 alle 19)
Per informazioni:
www.museidigenova.it
www.tomasrajlichgenova2021.org
info@tomasrajlichgenova2021.org
L’artista
Tomas Rajlich (Jankov,
Repubblica Ceca, 1940) studia
alla Scuola di Arti Decorative e all’Accademia di Belle Arti di Praga. Nel 1967
fonda il gruppo Klub Konkretistů, che si pone nella scia delle neoavanguardie
internazionali incarnate da Azimut in Italia, ZERO in Germania e Nul in Olanda.
Nel 1968 il suo lavoro conosce un primo momento di visibilità internazionale
grazie ala partecipazione alla mostra Sculpture Tchécoslovaque al Museo
Rodin di Parigi.
Esiliatosi dalla
Cecoslovacchia nel 1969 in seguito all’invasione sovietica, si trasferisce in
Olanda, dove diventa docente alla Vrije Academie a L’Aia. L’interesse di
Rajlich per la costruzione di opere monocrome su griglie geometricamente
regolari viene subito accolto con favore nel clima del concettualismo olandese.
Nel 1974 tiene
personali fondamentali da Yvon Lambert a Parigi, da Art & Project ad
Amsterdam e da Françoise Lambert a Milano, per molti anni le sue gallerie di
riferimento. Nel 1975 è tra i protagonisti, con Brice Marden, Robert Ryman,
Gerhard Richter e altri, della memorabile mostra Fundamentele schilderkunst
/ Fundamental painting allo Stedelijk Museum di Amsterdam, pietra miliare
dell’affermazione internazionale della pittura analitica.
Negli anni successivi
Rajlich è invitato a esporre in mostre fondamentali come Elementaire Vormen
(mostra itinerante, 1975), Fractures du Monochrome aujourd’hui en Europe
(Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, 1978) e Bilder ohne Bilder
(Rheinisches Landesmuseum Bonn, 1978).
Le tele di Rajlich
mostrano un crescente interesse verso il “fondamentale” in pittura, a
differenza dei contemporanei minimalisti americani. I suoi primi lavori sono
caratterizzati da un aspetto industriale e una qualità modulare – la griglia
è la chiave – mentre i lavori maturi di Rajlich mostrano un ragionamento più
complesso sull’idea essenziale che la pittura sia un’entità che riflette su
sé stessa. I suoi monocromi più recenti esplorano la combinazione
dell’impersonale, il gesto e la creativa forza della luce. Sono variazioni
sull’intensità, sulla luminosità e sulla facture della pittura,
rimanendo allo stesso tempo una chiara pittura fattuale.
Nel 1993 viene
organizzata la sua prima retrospettiva a Palazzo Martinengo di Brescia. La sua
nazione adottiva, l’Olanda, nel 1994 insignisce Rajlich del prestigioso Ouborg
Award per il suo contributo artistico, in occasione del quale il Gemeentemuseum
a L’Aia ha inaugurato una seconda retrospettiva. Dieci anni dopo, nel 2005, in
occasione del suo sessantacinquesimo compleanno, il museo ospita una
retrospettiva sui suoi lavori su carta.
Nella Repubblica
Ceca, nel 1998, il Dům umění města Brna organizza un’antologica, mentre nel
2008 la Galleria Nazionale di Praga apre una retrospettiva con 27 grandi tele,
cui seguono ancora la personale al Gemeentemuseum a L’Aia nel 2016, nel 2017 al
Museum Kampa di Praga e nel 2018 al Museum Boijmans-Van Beuningen di Rotterdam.
Rajlich è stato riconosciuto di diritto nel novero delle massime figure della
neoavanguardia internazionale.
Dal 1999 al 2002
Rajlich è stato artista di residenza al Centre Georges Pompidou di Parigi che
conserva in collezione le sue opere, presenti, tra le altre istituzioni, anche
al Centraal Museum di Utrecht, al Musée d’Art et d’Industrie di Saint
Étienne, al Musée Cantini di Marsiglia, al Museum Boijmans-Van Beuningen di
Rotterdam, al Museum of Modern Art di New York, al National Gallery in Praga,
alla Peter Stuyvesant Foundation di Amsterdam, alla National Gallery of Canada
in Ottawa, allo S.M.A.K. di Gent, allo Stedelijk Museum di Amsterdam, allo
Stedelijk Museum di Schiedam, allo Stedelijk Museum De Lakhal di Leiden, allo
Stedelijk Museum Het Prinsenhof di Delft.
Sede: Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce, via Iacopo Ruffini 3, Genova
Apertura al pubblico: dal 22 aprile al 22 agosto 2021
Curatore: Cesare Biasini Selvaggi
Catalogo: Silvana Editoriale
Presentazione stampa: mercoledì 21 aprile ore 12.00 modalità da definire in base alle normative Covid che saranno in vigore
Inaugurazione: mercoledì 21 aprile dalle 17.00 alle 19.30 con modalità da definire in base alle normative Covid che saranno in vigore
Sponsor: ABC-ARTE, Galleria d’arte contemporanea - Genova
Sponsor tecnici: Boero Colori
Orari apertura: giovedì e venerdì: dalle 15 alle 19
Biglietteria: biglietto intero: € 5; biglietto ridotto: € 3 (disabili, ultra 65 anni cittadini UE); ingresso gratuito: tutte le domeniche riservato ai residenti del Comune di Genova, bambini e ragazzi fino a 18 anni non compiuti, accompagnatori disabili
È consigliato l’acquisto online del biglietto sul circuito Ticketone (inserire logo con link cliccabile) https://www.ticketone.it/
oppure telefonando al numero +39 010 580069 (giovedì e venerdì, dalle 15 alle 19)
Per informazioni:
www.museidigenova.it
www.tomasrajlichgenova2021.org
info@tomasrajlichgenova2021.