“La grande onda” di Hokusai, l’onda più famosa della storia dell’arte torna in mostra al Museo Chiossone di Genova

 



“La grande onda” di Hokusai, l’onda più famosa della storia dell’arte torna in mostra al Museo Chiossone di Genova

Titolo/definizione dell’opera: "La Grande Onda".

Nel cavo d'onda al largo di Kanagawa (Kanagawa oki namiura) dalla serie “Le Trentasei vedute del Monte Fuji” (Fugaku sanjurokkei)

Autore/cultura: Katsushika Hokusai (1760-1849)

Datazione: 1831

Materiale: Stampa xilografica policroma nishikie, inchiostro e colori su carta.

Dimensioni: 26 x 37,6 cm

N. inv.: MC (S-2582/32)

Qual è l’onda più famosa della storia dell’arte? Senza dubbio quella raffigurata nell’opera "Nel cavo d'onda al largo di Kanagawa" di Hokusai, una stampa xilografica ukiyoe pubblicata nella celebre serie “Le Trentasei vedute del Monte Fuji”, di cui il Museo Chiossone conserva orgogliosamente un magnifico esemplare.

Viene chiamata “La Grande Onda” ma il suo titolo originale è ben più preciso e ci indica sia il luogo che il tipo di onda ritratta. Ci troviamo circa tre chilometri al largo di Kanagawa, nella baia di Tokyo, trenta chilometri a sud dalla capitale, dove si è formata una grande onda alta oltre 10 metri. In passato è stata erroneamente indicata come uno tsunami, ma studi specifici hanno dimostrato che si tratta invece di un’onda di tempesta, tipologia che si può incontrare al largo dalla costa. La grande onda sovrasta tre imbarcazioni poste al centro della scena, dette oshiokuribune, barche piccole e veloci usate per il trasporto di pesce fresco e altri generi verso la capitale. In lontananza si erge il sacro monte Fuji, che con i suoi 3776 metri non solo è la vetta più alta, ma anche la figura più iconica del Giappone. Al tempo di Hokusai la semplice visione del Fuji, dal vivo o riprodotta su una stampa o un dipinto, era ritenuta una manifestazione divina e di estremo valore benaugurale.

Si stima che all'epoca fossero stati stampati circa 8mila esemplari dell'opera, ma ai giorni nostri ne sono giunte solo poco più di 100, tra cui anche quella conservata al Museo Chiossone, che si contraddistigue per una ottima conservazione, ampia gamma di colori e eccellente tiratura.

 

Dal punto di vista tecnico questa stampa rappresentò una vera e propria rivoluzione cromatica. Intorno al 1830 divenne infatti reperibile in Giappone un nuovo pigmento sintetico: il blu di Prussia o blu di Berlino (bero ai). Hokusai fu tra i primi artisti a riconoscere le potenzialità del nuovo blu, intenso e durevole, e lo impiegò nei suoi paesaggi.

 

La Grande Onda, oltre ad essere apprezzata in Giappone, ha profondamente influenzato gli artisti europei della fine dell'Ottocento sensibili al fenomeno del Giapponismo. Divenne ben presto un’opera di grande interesse per il collezionismo occidentale e si confermò simbolo dell'arte giapponese e icona del Giappone stesso. Nei secoli non ha mai smesso di essere apprezzata e reinterpretata, fonte di ispirazione per l'arte grafica, il design, la pubblicità, la moda.

 Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone