SUBSTRATUM
presenta
Mise en Place
Nordine Sajot e Situazione
Architettura
«Un designer dovrebbe sapere che gli oggetti
possono diventare lo strumento di un rito esistenziale».
Ettore Sottsass
SUBSTRATUM, studio di architettura nel rione Monti
di Roma, inaugura la nuova stagione in Galleria, venerdì 5 aprile 2024 alle ore 18.30, presentando Mise en Place, quarto progetto
quadrimestrale tra arte contemporanea e design. Il disegno allestitivo,
concepito dallo studio, ci accoglie in uno degli ambienti più relazionali e
aggreganti di un abitativo domestico, la cucina.
In questa forma mentis contemporanea si assiste a
una dilatazione dello spazio fisico tradizionalmente inteso. Iniziamo a
viaggiare verso il centro di questa simbolica terra-isola, il fuoco è velato,
raffinatamente custodito in questo affascinante monolite nero che ci attrae e,
al contempo, inghiotte. La riflessione progettuale accoglie un’idea più estesa di
angolo cottura, inglobando difatti l’intero processo preparatorio che predispone
la commensalità, quel ritrovamento identitario e culturale che accade intorno a
un tavolo e ci riunisce nell’atto di mangiare attraverso il corpo, pieno e
vuoto della memoria personale e collettiva.
Et voilà…Mise
en Place. La ritualità è servita e si
concretizza nella gestuale ‘messa a disposizione’, pronti ad accogliere, dentro,
altri mondi e modi di vita. Siamo nella camera alchemica dove si cuoce e attua antropologicamente
un rito simbolico, culturale e sociale per antonomasia, laddove si alimentano corpo,
culture e tradizioni, ma anche atmosfere ed esperienze condivise che
travalicano l’atto fisiologico, rientrando altresì in quella sfera puramente di
piacere. In questo spazio ‘sacro’, nutrito di simboli e vissuti, la riappropriazione
dell’uso abitativo e, nel caso specifico, del ‘consumo’ del cibo riconducono al
senso ancestrale della valenza sociale. L’invito, grazie alla responsabilità
che sottende l’arte, è ritrovare il valore e la forza aggregante che attiene il
rito della tavola che si attualizza, ogni volta, nel processo propedeutico il pasto
collettivo. Così, in questo allestimento, ogni arredo, oggetto-soggetto
gestuale è corpo e ingrediente di una ricetta unica, di un sapore ritualizzato
nell’opera di Nordine Sajot e nel
design di Situazione Architettura.
Al centro dello spazio tutto è apparecchiato ad arte.
Sul monolite nero opaco le opere P.G.R., in ceramica e porcellana smaltata, di Nordine Sajot accendono e stimolano i
sensi; l’artista compone un tableau vivant
che aziona differenti appetiti per entrare, riflettere e metabolizzare la
profondità sensibile del corpo gestuale. Quella dell’artista è una pratica rituale
e performativa di consapevolezza esistenziale della propria presenza, di acquisizione
di ‘sapore’ e sapere cosa si è e si vuole. Attraverso la complessità di cui siamo
fatti e di cui ci nutriamo, la relazione tra vissuto personale e collettivo,
l’oggetto-soggetto, anche nella sua parte assente o volutamente sezionata,
rappresenta la nostra impronta, quell’azione che, solo sentita, può davvero
alimentare noi e gli altri. Come, nella serie di dittici analogici SENZA TITOLO
in bianco e nero, che, nella loro unicità ed elegante minimalismo, ci
riconducono al rito nella sua tradizionale e valenza estetica. Ogni
oggetto-utensile ritrova la sua forma, così lo spostamento del piano visivo
genera e trasmette un’altra comunicazione, dal corpo destrutturato orizzontale
l’ordine compositivo si verticalizza nella Mise
en Place. E così il sottile esprime l’essenziale, la presenza e la sua
negazione, percepita e poi lentamente deglutita.
E si
ritorna al fuoco, oro di questa cucina. GOLD, il monolite nero, di Situazione Architettura è frutto
dell’arte “semi artigianale” del brand italiano Time For Kitchen; l’isola rivestita con il sofisticato e resistente
fenix nero ingo, ci catalizza e
ingoia nella sua abbuiante monocromia e con il piacevole effetto soft touch. Ma nessuna impronta è
trattenuta, se non quella artistica, la straordinaria opacità è garantita
dall’innovativa tecnologia di questo gioiello di design ed estetica sublime. Nella
visione microscopica del suo fenix, l’isola
rivela la fascinazione di un paesaggio irregolare di cime e avvallamenti, sulle
quali una fenice sembra davvero risorgere dal nero e riflettere la luce
ravvivando l’ambiente circostante. Completano questo simbolico cerchio ‘angolo
cottura’ due elementi a giorno realizzati con il caldo e accogliente laminato abete bruno, allestiti nella
nicchia come dispensa-arredo necessario all’organizzazione di qualsiasi Mise en Place.
E
così…la cucina ci trasforma in un’unica comune
presenza, commestibile. Baricentro sociale della casa dove l’arte contemporanea e il design si confermano alimenti essenziali
alla riattivazione di processi preparatori che ricongiungono l’originario al
collettivo.
Substratum è uno studio di architettura con sede a Roma
dal 2017, costituito da Giorgia Castellani e Giovanni Tamburro. Il principale
oggetto di interesse dello studio è la materia storica, antica o più recente,
che si traduce in lavori di restauro di beni storico-artistici,
ristrutturazioni di edifici residenziali, disegno di arredi e allestimenti. Si
relazionano con l’esistente urbano anche attraverso la progettazione di nuovi
edifici. In un senso arcaico Substratum è ciò che sta sotto, talora
nascosto, ma pur sempre ciò che tiene, materia fatta di relazioni
solide, connessioni costanti, collegamenti persistenti. Esige uno sguardo
acuto, dinamico, capace di leggere dal basso verso l’alto e ritorno, di lato e
di traverso, fuori e dentro. Un’indagine attenta non solo alle luci ma
soprattutto alle ombre, perché sono queste a dare spessore e sostanza, capace
di rintracciare segni e disegni, di ricostruire tessuti e trame,
di connettere idee ad altre idee, colori a forme, gesti a corpi, sensi a
sogni, suoni a forme, forme a idee, e da capo. La filosofia di SUBSTRATUM può
essere sintetizzata nelle loro parole: osserviamo il basso per guardare l’alto, ricuciamo il sotto per tessere un
sopra.
Nordine Sajot è un’artista visiva pluridisciplinare.
Nata a Parigi, si forma in Francia presso
l’Accademia del Louvre e l’Accademia delle Belle Arti di Nantes. In seguito consegue un master in Design presso l’Accademia
delle Belle Arti di Saint-Etienne.
Nel 2005, dopo aver vissuto e lavorato fra Olanda, Italia e Francia, si
traferisce a Roma dove attualmente vive. Il suo lavoro si concentra sugli
aspetti antropologici della società collegati, in particolare, alle dinamiche
del consumo su scala globale. L’indagine si focalizza su cibo, corpo,
linguaggi, con una particolare attenzione alle questioni di uguaglianza a
matrice femminile. Attraverso disegno, fotografie, sculture, installazioni,
video, scrittura e performance, la sua ricerca produce una visione d’insieme
che le serve per approfondire le caratteristiche più complesse della società e
dei nostri sistemi identitari e culturali radicati nell’inconscio collettivo.
La riflessione investe anche l’idea stessa di arte all’interno di uno schema
che rimanda ancora a dei riferimenti e modalità dominanti di sistemi
maschilisti e colonialisti. Il
suo lavoro è stato presentato in diverse gallerie, spazi istituzionali e
festival in Italia e all’estero. Le sue opere sono state acquisite in
collezioni private e pubbliche quali: UNICREDIT Group Torino, AksoNobelArt
Foundation Amsterdam, SEAT Pagine Bianche Torino, Co.Re.Ve Consorzio Recupero
Vetri Milano, Saint-Gobain vetri Savona, Museo d’Arte Contemporanea
ex-manifattura tabacchi, MLAC Museo d’Arte Contemporanea La Sapienza Rome.
Nordine Sajot, P.G.R., PER GRAZIA RICEVUTA . Scultura in ceramica e porcellana smaltata.Dimensioni variabili.
Mise
en Place
Nordine
Sajot e Situazione Architettura
Inaugurazione venerdì 5
aprile 2024 ore 18.30
Visite
su appuntamento lun-ven 10-19 Tel. 3384038423
progetto quadrimestrale, visitabile
fino a luglio 2024
SUBSTRATUM
Via
in Selci, 84b, 00184 – Roma
T.
064823658 www.substratum.it
g.tamburro@substratum.it -
g.castellani@substratum.it
Communication
Manager
Amalia
Di Lanno
www.amaliadilanno.com
– info@amaliadilanno.com
progetto in collaborazione con Situazione Architettura di Stefano Corona,