Casa Futura Pietra / Gli arti della Pietra

15/16/17 dicembre 2016
Parco Archeologico di Siponto (Centro Servizi)
e Ipogei Capparelli
GLI ARTI DELLA PIETRA
WORKSHOP-MEETING DI RICERCA
Ideato e coordinato da Stefano Faccini
Contenuti, programma e finalità

Il workshop-meeting di ricerca ” GLI ARTI DELLA PIETRA”, ideato e coordinato dallo scultore Stefano Faccini (Bergamo, 1976. Vive e opera a Pescara. Dal 2016 è presidente dell’Associazione Eclettica_Cultura dell’Arte) insieme all'archeologa Elisabetta Andreetti, segue il cammino tracciato dal gruppo F. A.I.RE.- Artizan In Revolt, di cui Faccini è stato fondatore, e nasce dal desiderio di conoscenza del territorio in cui viene realizzato; prevede un approfondimento sulle materie prime di lavorazione (piet...
ra, legno, ferro), sulla potenzialità dei materiali, degli strumenti antichi e contemporanei e la loro relazione col corpo, col fine di arrivare a cogliere il valore più profondo e antico del fare artistico e della manualità, come il recupero della naturalità.

Si svolge nel Parco Archeologico di Siponto, presso il Centro Visite.
E' gratuito e su prenotazione scrivendo all'indirizzo email
lab.casafuturapietra@gmail.com.

Riservato ad artigiani locali, giovani artisti e creativi, studenti delle scuole d’arte e d’Accademia, prevede un numero di iscritti non superiore alle 25 unità per incontro, nei giorni 15-16-17 dicembre dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e proseguimento nel pomeriggio entro le ore 18.00. Sono previste brevi trasferte, con una visita in luoghi del Parco Nazionale del Gargano in cui sarà possibile prendere coscienza diretta dei materiali naturali. Al termine del workshop verrà consegnato un attestato di partecipazione. Sarà possibile prendere parte anche a una sola giornata di laboratorio.

Il workshop è inserito nel programma di incontri incentrato sul “connubio cultura e turismo” e “fuori stagione” coerente con la programmazione di INPUGLIA365, nell’ambito di interesse turistico regionale denominato “Gargano e Daunia” e mira intensificare le visite alla mostra CASA FUTURA PIETRA negli Ipogei Capparelli, nel periodo prefestivo, e un “restart” di interesse per il sito di Siponto, sede della installazione di Edoardo Tresoldi, mediante aperture straordinarie e workshop tematici incentrati sulle novità nel campo della sostenibilità ambientale (prossimo appuntamento il 21 dicembre alle ore 15.00 :" LA CITTA’ FELICE - ORTI E ARNIE TRASFORMANO LA CITTÀ" con Cristina Pistoletto e Antonio Barletta).

Svolgimento e contenuti
Durante il workshop, alternando momenti dimostrativi, saranno raccolte informazioni, confrontandosi con gli artigiani locali e la memoria storica; un dialogo quotidiano, in cui Stefano Faccini stilerà una sorta di “diario di bordo” seguendo alcune tematiche (una per giornata) mentre le scuole artistiche raccoglieranno materiali fotografici e video, al fine di realizzare piccoli progetti scultorei, rappresentativi degli argomenti trattati e degli stimoli ricevuti. Le scuole, le accademie e le attività artigianali saranno coinvolte sui seguenti focus: Strumenti e attrezzi di lavoro; Forme ed ergonomia; Relazione tra l’uomo e gli attrezzi manuali; Il corpo delle attività manuali tradizionali e quello dell'epoca contemporanea; Materie prime, artigianato e sostenibilità di tradizione. La suggestione che guiderà il workshop è data dal concetto che, nella lavorazione della pietra e in tutte le attività che richiedono ancora l’uso di braccia, delle mani, del corpo così come gli strumenti usati nella lavorazione artigianale, questi si tramutano in propaggini delle membra; una manualità e un uso del corpo che mantengono conoscenze ataviche tramandate attraverso un linguaggio non verbale e un contatto diretto con la materia, sottratta benevolmente alla natura. La conservazione di tali gesti e azioni, per Stefano Faccini, sebbene sia vitale per l’uomo è oggi in antitesi con la produttività tecnologica; la manualità e la corporeità sono, peraltro, importanti per il benessere psichico, in quanto si accompagnano al piacere del gesto, commisurato alle difficoltà che comporta un’azione artigianale. Tale relazione tra corpo e materia permette una ricerca soggettiva, e talvolta collettiva, connessa all’equilibrio e al controllo di se stessi, e genera una sorta di “relazione naturale” col proprio corpo e con ciò che gli sta attorno. Questo essere coscienti del proprio corpo conduce inevitabillmente a una riappropriazione e fusione con la natura. L’uso delle membra e gli strumenti dello scalpellino, inoltre, incarnano quell’attività “sostenibile” che si desidera esaltare, identificabile sia con il luogo in cui si è sviluppata una determinata tecnica che con quella specifica comunità che ha adottato, nei secoli, determinati materiali: le sovrastrutture meccanico-tecnologiche, volte all’iper-produttività hanno allontanato l’uomo dal suo diretto contatto con le materie prime del luogo di appartenenza. Il workshop apporfondirà anche l’abuso che sovente viene fatto nello sfruttamento inadeguato di risorse extra-nazionali, mentre un ritorno all’utilizzo di energie e potenziali territoriali potrebbero ricondurre alla costruzione di una “nuova e antica” forma di comunità e di economia.

Lo scultore Stefano Faccini e l'archeologa Elisabetta Andreetti accompagneranno i partecipanti al workshop in un percorso che li coinvolgerà in queste fasi per tutti e tre i giorni degli incontri che consisterà anche nei seguenti momenti:
- Portare un attrezzo/oggetto proprio della vita quotidiana che abbia un forte legame con la manualità e il contatto fisico; l'oggetto potrà essere lasciato nel Centro Visite della Basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto, disposto l'ultimo giorno e lasciato sino a chiusura della mostra. Verrà richiesto di "raccontare", seppur brevemente, la storia ed il motivo dellla scelta dell’oggetto portato;
- Incontro agli Ipogei Capparelli per una breve visita-percorso archeologico in realazione agli argomenti indicati, riferiti all'antichità;
- Visita a un sito di lavorazione artigianale (una cava di Apricena) e in luoghi relazionati agli argomenti di interesse del workshop; gli artigiani coinvolti e le loro attività saranno il fulcro conclusivo utile a creare un rapporto con la realtà contemporanea. In questo contesto verranno illustrate le differenti tipologie di materiale lapideo destinato alla lavoraizone, in partocolare

Agli studenti sarà richiesto inoltre di raccogliere "informazioni e impressioni" delle giornate tramite i propri mezzi artistici (siano essi video, foto, registrazioni, schizzi...). Stefano faccini si occuperà di raccogliere le informazioni e le opinioni ottenute alla fine di ogni giornata, inviando le impressioni testuali a tutti i protagonisti delle attività.

Gli incontri si svolgeranno dalle ore 10.00 alle ore 13.00, nei giorni 15-16-17 dicembre 2016 con trasferte pomeridiane da definirsi .
L'appuntamento iniziale sarà alle ore 10.00 del 15 dicembre presso il Centro vistite del Parco Archeologico di Siponto.
A seguire, dopo il pranzo al sacco (ore 13.00) ci si dirigerà verso l'attività artigianale della giornata (necessario lo spostamento con bus o mezzi propri; il workshop sarà comunque realizzato anche in caso di cattivo tempo, si intenda l'azione artistica anche come confronto e sfida col clima e le basse temperature).
AL TERMINE DEI WORKSHOP VERRA’ CONSEGNATO UN ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE

Work in progress..for kids
Successivamente a questo percorso di indagine-confronto sarà dedicata una giornata ludico-creativa dedicata ai più piccoli, in cui attraverso l’uso di materiali poveri e tecniche caratteristiche della zona, sarà costruito un presepe collettivo e multiculturale, esposto in un sito da destinarsi, in accordo con l’amministrazione comunale di Manfredonia.

DETTAGLI DEL WORKSHOP
Manualità, attrezzi e corpo nel dialogo "l'organismo cibernetico-bionico antico"

TEMATICHE E CONTENUTI
Il corpo umano è il magazzino delle invenzioni, l'ufficio brevetti, dove ci sono i modelli da cui è preso ogni suggerimento. Tutti gli attrezzi e i motori sulla terra sono soltanto estensioni delle membra e dei sensi dell'uomo.
- Ralph Waldo Emerson-

FORME PARTICOLARI ED ERGONOMIA- Strumenti di lavoro e materiali
Il primo argomento è relativo agli strumenti adottati nell'ambito della lavorazione della pietra e delle lavorazioni artigianali tradizionali. Gli uomini da sempre adottano attrezzature utili ad amplificare i loro gesti e le loro azioni, per raggiungere l'obiettivo di creare opere di qualsiasi genere, lottare nei conflitti e agevolare la loro fatica.
Gli strumenti di lavorazione sono le prime opere dell'ingegno umano (le selci o tutti quegli strumenti che si sono alternati nelle varie “età” dell’umanità). Le attrezzature per la lavorazione di opere artistiche, della terra, per la pastorizia, hanno posseduto per secoli forme adatte all'anatomia di chi le adoperava, argomento noto come scienza dell'“ergonomia”.
In questa prima lezione saranno approfondite le caratteristiche di materilai tipici del territoiro, quali i calcari organogenici a fondo bianco, le pietre tenere, il tufo locale (in particolare, la pietra leccese, la pietra di Trani, di Apricena con riferimento ad altre tipologie affini presenti in Europa e utilizzate per i complementi d’arredo e per l’edilizia)

RELAZIONE TRA DUE CORPI - L’uomo e l’attrezzo
L'attrezzo si connatura alla forma e ai movimenti del corpo divenendone una sua propaggine, invecchiando e consumandosi insieme ad esso, ma allo stesso modificando il corpo stesso che lo utilizza.
In questa relazione possiamo cogliere quanto un corpo sia in grado di assimilare dei movimenti dettati da quel "suo" strumento quotidiano e viceversa, ossia come l'attrezzo sia capace di piegarsi a quell'uomo, dalla sua parte più superficiale alla sua struttura interna.
Lo strumento-propaggine è il primo e più antico passo dell'organismo cibernetico: uno strumento come la selce lavorata, un martello, una zappa, uno scalpello... non sono “innesti invasivi” che entrano nel corpo, ma è il corpo stesso a farli suoi, decidendo quando e come farli propri. Non sono applicazioni che si innervano in una struttura muscolare, tendinea o ossea, nonostante possano anch'essi modificarle col cattivo o buon utilizzo che se ne fa. Possiamo spesso riconoscere la schiena ingobbita di un contadino, le spalle larghe di chi ha fatto per lungo tempo lavori di muratura, la sordità di chi ha usato per anni un martello pneumatico...
Aspetto sostanziale di uno strumento-attrezzo è il racconto non comunicato a parole, percepibile dai suoi segni e mutamenti nati da uno specifico utilizzo.


CORPO, LAVORO, MANUALITA' - Il corpo nelle attività manuali tradizionali e nell'epoca attuale
Gli uomini che si sono dedicati, nel passato e nel presente, a lavori manuali logoranti hanno assunto nel tempo una profonda consapevolezza del proprio corpo, riuscendo a gestire pienamente i propri movimenti, adottando una postura adeguata al gesto da compiere.
Coloro che sono riusciti a "far crescere" il corpo secondo la "giusta misura" di ciò che si è, rispetto a ciò che ci circonda - ad esempio mantenendo saldi, sull'asse delle proprie gambe e del bacino, l'equilibrio dei gesti e delle azioni - hanno svolto un percorso di "natura retta" (con la propria natura o quella dell'ambiente circostante.
Certamente il corpo umano si adatta di generazione in generazione alle abitudini diffuse: ci potremmo trovare presto davanti a un "contadino" che non ha più le mani callose ma è anche vero che il suo attuale lavoro comporta "fatiche di altra natura", magari burocratiche, fiscali o legate all'adoperare soprattutto attrezzi di tipo meccanico-tecnologico.
La manualità non solo intesa come capacità del realizzare con le mani, ma anche vista come esercizio e allenamento fisico e mentale, che comprende e attiva tutte le sfere dell'essere, compresa la psiche e l'emotività, convogliando così in un gesto, o su un'azione compiuta su un'opera, tutto ciò che riguarda l'individuo che la realizza. La manualità "allenata" può essere sia intesa come sfogo, sia come potenziale creativo, utile ad esprimere concetti ed idee.

MATERIA, CLIMA, TEMPO, ARIA - Materie prime, artigianato e sostenibilità tra passato e presente contemporaneo
Il contatto che avviene tramite strumenti direttamente congiunti al corpo stimola un costante dialogo sensoriale. Il contatto stretto con il materiale di lavorazione e ne fa avvertirne le condizioni dal punto di vista materico (se dura, resistente, umida, rovinata...); in questo caso, più di ogni altro, l'attrezzo diviene l'unico possibile interlocutore a cui porre le domande tramite il corpo. Infatti, risulta facile percepire con il tatto o con l'olfatto, oltre che con la vista, ogni aspetto della sostanza lavorata nonché risentirne per problemi per la salute (silicosi, artrosi; con la diffusione dei prodotti chimico-sintetici si sono parallelamente moltiplicate le malattie causate dall'inalazione e dal contatto con tali sostanze). La “sostenibilità” di questi tre elementi (Materie prime, artigianato e sostenibilità) emerge nell'utilizzo privo di mediazioni: dalla materia non artefatta, dallo sfruttamento delle energie fisiche proprie o solo parzialmente accompagnate; viceversa, l'”insostenibilità” rientra in quel ciclo produttivo consumista o iperproduttivo, che difficilmente permette una così "cauta e lenta relazione" tra le tre parti suddette, a causa dei costi dei "ritmi più lunghi" e all'estrazione di materiali del tutto naturali e non "allungati e/o miscelati". Il ciclo naturale di attività artigianali antiche o tradizionali portava con se' anche l'ascolto dei suoni della bottega, dei ritmi dei colpi incostanti e "umani", la relazione con l'ambiente circostante (in quanto spesso le botteghe potevano relazionarsi con un centro storico, con una campagna, o talvolta permettevano un contatto diretto con l'aria aperta). Da quando le "botteghe" si sono spostate nelle aree industrializzate hanno spesso perso il contatto con il contesto urbano-sociale e con quello paesaggistico-naturale: gli artigiani sono diventati operai e la manualità raramente ha fatto appello alla creatività soggettiva. Capannoni dai soffitti alti hanno sostituito tettoie in legno o volte a crociera, impedendo così anche una relazione con un'architettura dalla dimensioni più umane.


STEFANO FACCINI
Artista poliedrico, tra i linguaggi praticati – oltre disegno, pittura, scenografia, scrittura - predilige la scultura su pietra e materiali affini, accompagnando competenze professionali nell’ambito del restauro. Nel corso dell’attività professionale e creativa, ha riunito numerosi gruppi artistici e costituito associazioni, facendo emergere la sua predisposizione al dialogo e alla mediazione: ritiene, infatti, sia necessario il lavoro artistico collettivo come risposta all'individualismo diffuso. Ha partecipato a simposi di scultura in Italia e all’estero, ricevendo numerosi premi e segnalazioni. Ha realizzato sculture in pietra, anche monumentali, su commissione pubblica e privata.


www.intramoeniaextrart.it/casafuturapietra