Inaugurata a Mesagne la Grande Mostra "Negli anni dell'Impressionismo"

 
Inaugurazione


Vittorio Corcos, Giovane donna come Diana cacciatrice, 1897, olio su tela, 63x43,5 cm, Collezione privata.




2) Giuseppe De Nittis, Signora con gattino nero, 1880 circa, olio su tela, 90x71 cm, Barletta, Pinacoteca Comunale Giuseppe De Nittis.



“Negli anni dell’Impressionismo, da Monet a Boldini. Artisti in cerca di libertà”, la Grande Mostra nel Castello di Mesagne presentata oggi ai media.

Domani l’apertura al pubblico.

 

Un’anteprima di successo per una mostra che – a detta della curatrice – si propone fra le più importanti in Italia in questi mesi di estate e per il prossimo autunno.

La Grande Mostra “Negli anni dell’Impressionismo, da Monet a Boldini. Artisti in cerca di libertà”, organizzata da Micexperience Rete di Imprese, assieme a Regione Puglia e Comune di Mesagne e, in ottemperanza al protocollo d’Intesa “Puglia Walking Art”, prodotta da Reinassance srl, apre i battenti domani, 27 giugno 2025, nelle sale nobili del castello normanno-svevo di Mesagne (Br) e questa mattina, prima nell’auditorium e quindi nelle sale espositive ha vissuto la sua anteprima riservata alle autorità del territorio e il mondo della comunicazione al suo più ampio livello di diffusione.

Nell’edificio monumentale che da anni è sede ambita delle Grandi Mostre a presentare l’evento che propone 153 capolavori originali assicurati per oltre 25 milioni di euro, sono stati il Sindaco di Mesagne, on. dott. Toni Matarrelli; il dott. Pierangelo Argentieri, presidente di Mice Experience Puglia e Ideatore di Puglia Walking Art, la prof. Isabella Valente, docente nell’Università di Napoli Federico II e curatrice della mostra; l’avv. Marco Calò, Consulente alla Cultura Comune di Mesagne.

“Un progetto che prevede il coinvolgimento dell’Amministrazione comunale e della Regione e di sponsor per creare esperienze e costituiscano un’occasione unica in Puglia: trovare grandi artisti in contesti come quello del castello di Mesagne è davvero un fatto eccezionale – ha esordito Pierangelo Argentieri -. Non solo: parliamo di 153 opere in uno spaccato importante della storia dell’arte contemporanea con grande attenzione al tema generale dell’Impressionismo e proponendo dei grandi pugliesi all’interno del movimento com’è stato Giuseppe De Nittis, alcuni dei quali, per la prima volta, vengono esposti in Puglia. È fuor di dubbio il grande interesse – ha concluso Argentieri ringraziando gli intervenuti -: molti gruppi hanno già prenotato anche in bassa stagione e questo dimostra l’entusiasmo che da Foggia a Santa Maria di Leuca può suscitare la scoperta di autori, le cui opere vengono esposte per la prima volta o sono assenti da molti anni dalle mostre”.

Nel ricordare il percorso pluriennale del Comune di Mesagne nell’organizzazione delle grandi mostre, il Consulente alla Cultura del Comune di Mesagne, avv. Marco Calò, ha ribadito che “si tratta di una nuova e pregevole mostra, ovviamente sia nell’allestimento sia nella dimensione scientifica. L’obiettivo – ha aggiunto - è quello di proseguire su un cammino iniziato anni fa e che ha visto l’acme in questi ultimi anni, con la mostra sul Caravaggio prima, con quella sui sette secoli di arte italiana lo scorso anno e quest’anno, con la riflessione sul tempo dell’Impressionismo ci auguriamo ci sia la stessa partecipazione e lo stesso entusiasmo, registrati in questi anni. Ovviamente non ci fermiamo su questo percorso ormai avviato e strutturato che mira a fare di Mesagne – ha concluso - una meta turistica capace di attrarre flussi diversi rispetto a quello che è da considerarsi turismo di prossimità”.

La curatrice della mostra, prof. Isabella Valente, ha quindi ribadito l’unicità della mostra mesagnese, “costruita capolavoro dopo capolavoro per il Castello di Mesagne” e così facendo ha ricordato l’unicità dell’ultimo quarto di secolo XIX per la storia della cultura europea, alla quale gli italiani hanno offerto il loro contributo personalissimo. “Ecco perché a Mesagne accanto ai francesi e al grande Monet – ha osservato – abbiamo voluto proporre le esperienze maturate al nord Europa e quelle altrettanto interessante registrate alle diverse latitudini italiane da Nord a Sud. Il catalogo della mostra sarà pronto fra una ventina di giorni – ha ricordato prima di guidare personalmente autorità e giornalisti lungo il percorso espositivo -: e così resterà traccia indelebile e scientifica di ciò che a Mesagne si è stati capaci di proporre”.

Prima della conclusione della conferenza stampa affidata al sindaco di Mesagne, Toni Matarrelli, sono intervenuti la dott. Ersilia Devicienti del Centro diagnostico Omega da diversi anni al fianco di Puglia Walking Art e il dott. Piero Murri di Groupama Assicurazioni. La dott. Devicienti, ribadendo l’impegno nella condivisione “di iniziative di spessore che riguardano la nostra città”, ha spiegato come diagnostica e mostre d’arte puntino insieme a offrire un valido aiuto alla ricerca del benessere delle persone da angolature differenti; il dott. Murri invece si è soffermato sulla unicità della mostra mesagnese che prevede anche la copertura assicurativa dei visitatori e ha illustrato i criteri del concorso a premi inserito nelle novità della mostra mesagnese.

“Ancora una volta una mostra di valore internazionale a Mesagne – ha concluso il sindaco della Città, on. Toni Matarrelli -. Il nostro castello è un contenitore che rende queste mostre particolarmente accattivanti e interessanti. Noi siamo felici di questa grande opportunità che ci è stata offerta dalle imprese di Micexperience e noi abbiamo provato a fare la nostra parte perché il tema della cultura possa rimanere centrale nello sviluppo di questa città”.  

L’evento mesagnese è già presente sul portale Vivaticket e viene illustrato con essenziali tasselli, volta per volta, all’interno del sito https://www.pugliawalkingart.com/, completamente rinnovato e reso ancora più completo per quanti intendano “farsi un’idea” del progetto Puglia Walking Art.

La Grande Mostra è patrocinata da Federalberghi, Aeroporti di Puglia e Camera di Commercio di Brindisi-Taranto con concessione di contributo.

Mobility partner è Ferrotranviaria spa; Sponsor sono: D’Agostino Costruzioni generali Spa; Groupama Assicurazioni, che ha curato la copertura assicurativa dei visitatori e ha bandito un concorso a premi fra gli stessi; Omega Centro diagnostico di Mesagne; HDL Srl società leader nella logistica; Green Thesis Group; Fer.Metal Sud. Sponsor tecnici sono: ETRA, Habitat Azzarito e Spreach Outdoor Concept. La Grande Mostra “Negli anni dell’Impressionismo, da Monet a Boldini. Artisti in cerca di libertà” è supportata da due società leader nel rispettivo settore: Vivaticket per le attività di biglietteria e Ears Srl per le audioguide.

La Grande Mostra, che chiuderà il 26 novembre prossimo, osserverà i seguenti orari: lunedì 17.00 - 22.00; dal martedì al venerdì 9 - 13 /17 – 22; sabato e domenica 9 – 13/ 17 – 23.

 

Mesagne, 26 giugno 2025.

 

«Negli anni dell’Impressionismo da Monet a Boldini: artisti in cerca di libertà»
nel castello di Mesagne, la curatrice prof. Isabella Valente funge da rapidissima guida

 

Primi sguardi sulla Grande Mostra «Negli anni dell’Impressionismo da Monet a Boldini: artisti in cerca di libertà», allestita nelle sale nobili del castello normanno svevo di Mesagne. A darli la prof. Isabella Valente, che ne è la curatrice e che, entrando nelle sale espositive, dice: «La nascita dell’Impressionismo francese innescò un processo di modernizzazione della pittura motivato soprattutto da una ragione: l’appropriazione, da parte dell’artista, dell’autonomia della visione. L’artista reclama ora libertà e indipendenza – osserva -. Il distacco dalla scuola e il contatto con il vero furono il traguardo comune sia per gli Impressionisti sia per molti artisti italiani che si erano instradati in questa stessa direzione anche prima della storica mostra del 1874».

Eccoci, quindi integralmente dentro le sale, che fungono da autentica macchina del tempo: «Con le sue 153 opere organizzate in otto sezioni e argomenti di indagine comuni affrontati in Francia e in Italia, dal Nord al Sud, la mostra propone uno spaccato di questo particolare periodo condiviso con l’Impressionismo, dominato dall’idea di un’arte che si era finalmente affrancata dalle regole accademiche – prosegue la curatrice -. Nell’affermazione della propria autonomia, ogni artista, chi mediante un rapporto più stretto con Parigi, chi da lontano, aveva a suo modo recepito la lezione della modernità impressionista, grazie anche al ruolo giocato dalle mostre, che furono palestra d’incontri e di scontri sul fertile terreno dell’arte. La scelta dei pittori e degli scultori presenti è ricaduta su quelle personalità che intrapresero la strada della libertà artistica, a volte nel segno di un linguaggio che in generale si potrebbe definire “impressionista”, sebbene, rispetto al gruppo dei pittori francesi, ognuno di loro l’avesse declinato secondo la propria formazione e aspirazione».

Si parte da una riflessione di fondo: «Nella seconda metà dell’Ottocento la pittura di paesaggio in Europa abbandona la tradizione accademica per abbracciare una visione più diretta e partecipata della natura – spiega la prof. Valente. Il paesaggio diventa protagonista: non più sfondo ideale, ma ambiente reale, colto nei suoi mutamenti, nei suoi riflessi, nella luce cangiante delle stagioni. Questo cambiamento trova uno dei suoi centri nella Scuola di Barbizon».

Da qui il dialogo costante con gli artisti italiani e napoletani in particolare e Valente aggiunge: «A suggellare idealmente il percorso intrapreso dagli artisti della Scuola di Barbizon e a proiettarlo verso il futuro è la presenza straordinaria di due opere di Claude Monet: la Vue de Londres dans le brouillard ‘La Tamise’, una tecnica mista su carta, e una delle sue celebri Ninfee. Qui si compie la vera rivoluzione: l’acqua non riflette più il cielo o la natura che vi si specchia, ma diventa campo d’azione di forze luminose, un vortice cromatico che dissolve la forma nel colore». E siamo appena agli inizi del percorso, perché la successiva riflessione riguarda il paesaggio moderno e la veduta animata «tra nebbie e sole».

«In effetti – spiega la curatrice – va sempre considerato che nella pittura italiana di paesaggio della seconda metà dell’Ottocento la natura smette di essere semplice sfondo per farsi protagonista viva e mutevole». Ovvio che un posto a sé debba essere riconosciuto alla vita di città.  «Cito Stendhal per descrivere appieno ciò che esponiamo a Mesagne: “Ci sono due capitali in Europa”, diceva questo grande scrittore, “Parigi e Napoli”. Era ammaliato dalla capitale borbonica ed è pur vero che se Napoli attirò artisti e intellettuali da ogni parte d’Europa, Parigi lo fu nella seconda metà. Qui troviamo De Nittis, ma anche tanti altri italiani che seguirono si espressero secondo il canone del momento».

Dalla città alla casa… «Nella mostra dedichiamo una sezione alla “Intimità quotidiana” – dice la prof. Valente -. Negli anni che ci occupano è agevole notare una pittura degli affetti, concentrata su temi familiari e su un particolare intimismo. Non solo – prosegue -: la tematica familiare si espande oltre i salotti borghesi per toccare il mondo popolare e il ruolo della donna e particolare spazio è dedicato ai fanciulli, del popolo o del ceto borghese, che divengono i soggetti privilegiati di un immaginario quasi seriale, sentimentali e psicologico».

Non meno interessanti le ulteriori sezioni della mostra dedicate a «Ozio e lavoro, popolo e borghesia», a «Donna e musa, tra seduzione e mondanità» e ancora a «Echi del passato e sguardi esotici», con una riflessione conclusiva sulla «Nuova classicità simbolista».

Partiamo dalla notazione che «la contrapposizione tra l’ozio borghese e il lavoro rurale fu centrale nella pittura verista italiana e francese, divenendo sempre più esplicita fino ad assumere sfumature di vera denuncia – osserva la prof. Valente -. Non dimentichiamo che l’osservazione del vero fu la base di tale orientamento: il lavoro contadino apparve prima quale elemento naturale e pittorico; poi fu caricato di significati morali, sociali e politici». Ma la curatrice non ha fermato qui le sue proposte, perché il visitatore è subito chiamato a cogliere un altro elemento basilare di quella temperie: «Nella pittura dell’ultimo Ottocento e del primo Novecento – fa osservare Valente - il retaggio di quell’esasperata sensualità di matrice romantica si rinverdisce in nome di una liaison tra bellezza, moda, seduzione e mondanità, che si rafforza in Italia con la poesia dannunziana. Alla donna politicamente impegnata nelle vicende risorgimentali o alla donna lavoratrice che assurge, nel realismo, a simbolo di denuncia sociale, si affianca un nuovo immaginario femminile che esplode con la Belle Époque».

E passando tra opere di Giovanni Boldini e Vittorio Corcos, solo per dare qualche esempio, e dello stesso De Nittis, ecco che viene rievocato l’immaginario ottocentesco sull’Oriente quale orizzonte nuovo dal quale nasce il gusto per l’esotico. «L’esotismo è nei tessuti e nelle pose – osserva Valente -, nei paesaggi e nelle forme… E dopo l’ondata di realismo e verismo, allo scadere degli anni Ottanta si assiste al volgere delle arti verso la nuova tendenza simbolista proveniente dalla Francia e dalla Mitteleuropa – dice ancora la curatrice -. Anche questo nuovo orizzonte abbiamo descritto in questa mostra: una nuova classicità greca e rinascimentale invase l’Italia – prosegue -: gli artisti assorbirono le linee-guida del Simbolismo europeo secondo le direttive tracciate dal poeta Jean Moréas nel 1886 sul “Figaro”, innestandole però sulla propria tradizione. Alcuni vi infusero un nuovo spiritualismo ideologico, altri recuperarono i repertori della mitologia olimpica, altri ancora, come i napoletani, conservarono un saldo legame con il vero».

E la macchina del tempo si ferma: le 153 opere esposte sono pronte a comunicare ancora…

Mesagne, 26 giugno 2025.

 


Pubblica

Massimo Nardi